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*la_debbO*.
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The Angels’ Fall
Nove volte lo spazio che misura il Giorno e la Notte
per gli uomini mortali, lui (satana), con la sua orrida schiera
giace sconfitto rotolando nel fiammeggiante Abisso,
Sconfitto sebbene immortale. Ma il suo destino
gli riserva più rabbia, per adesso il pensiero
sia della perduta felicità sia della duratura pena
lo tormenta: intorno egli getta i suoi sinistri occhi,
che mostravano enorme afflizione e sgomento,
mischiati con un tenace orgoglio e un risoluto odio.
Subito, fino a dove gli Angeli possono, egli vede
Il lugubre posto deserto e selvaggio.
Una prigione orribile su tutti i cerchi,
quasi una grande Fornace fiammante; tuttavia da quelle fiamme
nessuna luce; ma piuttosto una visibile oscurità
utile solo per scorgere lo spettacolo del dolore,
regioni del dolore, dolente ombra, dove la pace
e il riposo non può mai risiedere,dove la speranza che va in tutto
non viene mai, ma una tortura senza fine
incalza sempre e un fiammeggiante Diluvio, nutrito
con un sempre fiammeggiante Zolfo che non si consuma.
Tale posto l’Eterna Giustizia ha preparato
per quei rivoltosi; qui ordinò la loro prigione
nella totale oscurità, e la loro parte di destino
trasferito sia lontano da Dio e dalla luce del Paradiso,
sia tre volte dal centro all’estremità superiore.
Oh, come non mi piace il posto dove da dove essi caddero!
"È questo il Luogo, la Terra, il Suolo"
Disse allora l'Arcangelo perduto, "questo il seggio
Che abbiamo ottenuto a cambio del Cielo?- questa lugubre oscurità
In cambio di quella luce celestiale? E sia, giacché Colui
Che adesso è Sovrano può disporre e decidere
Ciò che dev'essere giusto: tanto meglio più è lontano da lui,
La cui ragione eguaglia, e la cui sola forza ha reso supremo
Sui suoi eguali. Addio, Campi felici,
Ove la gioia sempre s'intrattiene! Salute, orrori! salute,
Mondo Infernale! e tu, profondissimo Tartaro,
Accogli il tuo nuovo Padrone - qualcuno che reca
un pensiero che non ha da cambiare per il Tempo o il Luogo.
Il pensiero è luogo a se stesso, ed esso stesso
Rende Paradiso l'Inferno, Inferno il Paradiso.
Che importa il luogo, se io sarò ancora me stesso,
E cosa mai dovrei essere, tutto e pur meno di Colui
Che il Tuono ha reso grande? qui almeno
Saremo liberi; l'Onnipotente non ha edificato
questo luogo per chi lo invidia, non ci ha portati qui:
Qui regneremo sicuri; ed io ho scelto
Il regnare, degna ambizione, seppur nell'Inferno:
Meglio regnare all'Inferno che servire nel Paradiso...
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Pablito95.
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Grande .