Catullo. Traduzione Carme 1 2 e 3 + commentO^^

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  1. =|DeBBuppOlA|=
     
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    Carme 1

    A chi do il grazioso nuovo libretto
    Or ora rifinito dall’arida pomice?
    Cornelio, a te: infatti tu eri solito
    Ritenere che le mie cosucce valessero qualcosa,
    già allora quando osasti unico fra gli Italici
    ripercorrere la storia universale in tre rotoli
    dotti, per Giove, e faticosi.
    Perciò eccoti questo libretto quale esso sia
    E qualunque valore abbia, ed esso, o vergine protettrice
    possa rimanere perenne negli anni per più di una generazione.




    Testo originale

    Cui dono lepidum novum libellum
    arida modo pumice expolitum?
    Corneli, tibi: namque tu solebas
    meas esse aliquid putare nugas,
    iam tum cum ausus es unus Italorum
    omne aeuum tribus explicare cartis
    doctis, Iupiter, et laboriosis.
    Quare habe tibi quicquid hoc libelli,
    qualecumque ...
    ... quod, patrona uirgo,
    plus uno maneat perenne saeclo.

    ANALISI
    Carmen di dedica del libretto: per la prima volta fa parte del liber. si apre con un’interrogativa: il fatto che utilizzi il verbo “dono” all’indicativo ci fa capire che è una domanda retorica.
    Lepidum: fa riferimento al lepos, la grazia, qualcosa che va oltre la semplice forma esteriore. La grazia percorre tutta l’opera di Catullo.
    Novum: non solo che il libretto è inedito, ma anche una novità nel panorama della poesia latina.
    Libellum: diminutivo, elemento significativo della poetica catulliana. È un diminutivo proprio e affettivo.
    Aggettivi in asindeto + omoteleuto (ripreso in expolitum).
    Secondo verso che richiama una dimensione realistica.
    Pumice: lo usa al femminile.
    Riferimento prezioso all’azione dello scrivere.
    Expolitum: la limatura del materiale scrittorio allude al labor.
    Limae: levigatura alessandrina.
    Corneli: destinatario, in vocativo; è Cornelio Nepote. Il dedicatario è sottolineato dal poliptoto tibi-tu.
    Solebas: testimonia un rapporto di lunga data.
    Nel verso 4 vi è un iperbato a cornice.
    Nugas: “cosucce”, leggerezza apparente con cui i neoteroi si dedicano alla propria opera. È scelta di volersi allontanare dalla poesia importante e seria.
    Accumulo delle preposizioni temporali, che rallentano il ritmo e ci riportano al rapporto di vecchia data dei due, al verso 5.
    Verso 5: complimento all’amico, sottolineato dall’ ausus est, dal coraggio, tipico anche dei neoteroi, che si distaccarono dalla tradizione.
    Omne aevum: “tempo intero”.
    Tribus… cartis: iperbato.
    Cartis: metonimia per “rotolo”, si sottolinea la brevità dell’opera di Nepote.
    Doctis… laboriosis: elementi riconducibili a Nepote e Catullo; iperbato a cornice; “piene di dottrine” (alla base dell’opera dev’esserci la conoscenza profonda della letteratura precedente), devono costare fatiche, lacrime, sudore (si ritorna al labor limae).
    Habe tibi: formula all’imperativo, tibi è un dativo etico, che indica la compartecipazione affettiva.
    Hoc libelli: attenuazione data dalla costruzione col genitivo partitivo.
    Patrona virgo: richiamo alla Musa, non si sa quanto sia serio.
    Desiderio di eternità.
    Plus: regge l’ablativo, ma di solito si costruisce con il quam.
    Perenne: per + annus, “che sopravvive agli anni”.
    Maneat: congiuntivo desiderativo.
    Saeclo: sincopato; “generazione” e poi “100 anni”. Catullo non vuole intendere 100 anni.
    Il desiderio di eternità è per la propria opera.



     
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    Carmen N 2

    Il passero
    Traduzione


    O passero, gioia della mia ragazza,

    con il quale è solita giocare, che è solita tenere in grembo

    a cui è solita dare la punta del dito e

    suole provocare morsi pungenti,

    quando al mio oggetto di rimpianto splendente

    piace trastullarsi con un non so che di caro

    e un piccolo conforto del suo dolore:

    io credo, quando si calmerà il forte ardore,

    potessi con te giocare con lei

    ed alleviare i tristi affanni dell’animo.


    COMMENTO AL CARME 2
    Il metro utilizzato sono gli endecasillabi faleci, che sottolineano il carattere polimetrico di questa parte del Liber catulliano.
    Il carme inizia con un’apostrofe diretta, nella quale il poeta si rivolge al passero come se fosse una persona e non l’uccellino con cui Lesbia ama giocare spensieratamente; in questo, Catullo vuole evocare l’immagine infantile della donna amata, quasi ricercasse una pausa durante la narrazione aspra del loro amore e dei suoi tormenti. L’augurio che Catullo fa a se stesso è quello di poter trovare anch’egli uno svago che allontani la sua mente dall’immagine di Lesbia. Quello del passero è una tema particolarmente caro alla poesia alessandrina, che gli dedicò numerosi componimenti, soprattutto epigrammi. In senso metaforico, il gioco di Lesbia con il passero va inteso come il gioco tra i due amanti, e ciò venne ripreso anche dalla successiva cultura umanistica (Poliziano) e anche da Leopardi, visto non come animale, ma come strumento per comunicare i propri sentimenti.. E’ stato definito anche un epicedio, cioè un componimento scritto in occasione della morte di una persona o di un oggetto particolarmente caro. Qui il passero è visto come lo strumento con il quale Lesbia placa la sua pena (dolor) e la sua tormentata passione d’amore (gravis ardor).
    Nelle case aristocratiche si usava portare in dono alle donne proprio un uccellino; ciò è testimoniato da molte iconografie, che fanno capire come essa fosse un’usanza diffusa nell’antica Grecia e a Roma. Gli uccellini poi richiamavano a specifiche divinità femminili dell’Olimpo: il passero a Venere, il pavone a Giunone, la civetta a Minerva...
    Il carme tre parla invece del compianto per la morte dello stesso passero; è interessante perché presenta un lato di Lesbia fino ad ora sconosciuto: quello della donna che si commuove e che ha gli occhi rossi per il pianto, quindi Catullo approfitta dell’occasione per descriverla in un modo diverso dalla donna crudele che è la protagonista degli altri suoi carmi, più mite e perciò più vicina a lui. Da accomunarsi all’epicedio di origine alessandrina, l’originalità di questo componimento sta nelle espressioni enfatiche che sottolineano il dolore, il rammarico e il compianto delle cose che non ci sono più, in questo caso l’amore che Lesbia non ricambia. Perciò Catullo immagina che Lesbia, alla morte del poeta, rimpiangerà di non aver corrisposto il suo amore.
    Alcuni critici hanno commentato i carmi sul passero e hanno rintracciato i essi una sorta di rituale, segnato da passaggi fissi:
    1° e 2° verso: cordoglio e dolore
    3° e 4° verso: esplicitazione dell’annuncio dell’evento luttuoso
    dal 5° al 10° verso: elogio dell’animale defunto
    dall’11° al 16° verso: comploratio: rituale tipico dei funerali; consiste nell’imprecazione contro gli dei
    degli inferi e contro il destino di morte
    versi conclusivi: compianto e dolore di chi resta in vita.
    Tutto il carme è incentrato sul diverso modo che hanno Catullo e Lesbia di intendere l’amore. Possem esprime un desiderio irrealizzabile; infatti solo Catullo è così legato a Lesbia, che invece non vede la loro relazione come un legame matrimoniale, non vuole un rapporto esclusivo con lui, lo dimentica facilmente.

    Analisi grammaticale:
    1° verso:
    • Passer: vocativo legato a tecum ludere possem, alla fine del carme, che è la proposizione principale (circolarità). Indica un passero, forse dono dello stesso Catullo a Lesbia.
    • Deliciae meae puellae: è un’apostrofe di passer. Puellae è il sostantivo usato nella poesia erotica per indicare la donna amata. Questo gruppo è un triplice omoteleuto (cioè hanno la stessa terminazione) ed è uno specifico riferimento ad un carme di Saffo.
    2° verso:
    • Quicum: sta per quocum (arcaismo)
    • Quem: introduce una proposizione relativa e la reggente è solet che regge gli infiniti tenere, dare, incitare, ludere
    3° verso:
    • Primum digitum:può essere unteso con valore predicativo (punta del dito) o come aggettivo (il primo dito, cioè il pollice). Sono retti da dare e appetenti che concorda con cui (dativo singolare).
    4° verso: c’è l’allitterazione delle r (che si riferiscono al passero) e delle s (riferite a Lesbia)
    • Acris morsus:è al singolare perché indica un’azione ripetuta nel tempo.
    • Solet regge l’infinito
    5° verso:
    • Cum: è legato a nescio e ha funzione temporale (potrebbe anche essere anche una preposizione che reggerebbe un ablativo e rappresenterebbe un complemento di modo o di compagnia); qui è congiunzione e può essere seguito da un indicativo (temporale, come in questo caso) o congiuntivo (narrativo causale).
    • Desiderio: deriva da desiderium (neutro dativo singolare) e va legato con meo e il participio presente nitenti. Qui c’è l’uso dell’astratto per rappresentare l’oggetto concreto (metonimia)¸ anche Cicerone usa la stessa espressione nelle sue lettere Ad familiares per riferirsi alla moglie con tono affettuoso.
    6° verso:
    • Quid: è legato a lubet e iocari.
    7° verso:
    • Solaciolum: è un diminutivo da solacius, lo usa solo Catullo e è un’espressione della lingua parlata. Significa “piccolo conforto”: rispetto al grande dolore per Lesbia, i piccoli svaghi sono cosa da nulla; qui il dolore è portato all’esagerazione.
    • Dolores: genitivo, indica la passione e la sofferenza d’amore. Il tormento è ripreso nel verso successivo.
    8° verso:
    • Gravis ardor: dal verso precedente, riprende il tema del dolore per amore.
    • Credo: è parentetico; la sua funzione è quindi di esprimere la trepidazione di Catullo che è consapevole di attribuire a Lesbia una passione che in realtà è solo sua
    9° verso:
    • Tecum: si lega a passer del primo verso
    • Possem: è un congiuntivo indipendente, ottativo – desiderativo dell’irrealtà: Catullo sa che non riuscirà mai a dimenticare la sua passione giocando con un passero perché è troppo tormentato.
    10° verso:
    • Tristis curas: accusativo plurale e il primo termine sta per tristes.




     
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  3. *Estel*
     
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    Devo dirtelo... non sono della tua classe, nemmeno nella tua città... a come te faccio lo scientifico e con questa traduzione mi hai salvato la vita!!!
    Grazie mille!!! ^_^
     
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  4. =|DeBBuppOlA|=
     
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    pregoooooooo^^
     
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  5. bolognesedoc1991
     
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    azzo mi serviva il 3
     
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  6. *Kyra_Doll*
     
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    grazie ragazzi siete mitici (:
     
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5 replies since 27/5/2008, 16:05   78679 views
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