Plauto - Aulularia - 04 09

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  1. ^uPPoLa^
     
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    EVCLIO Perii interii occidi. quo curram? quo non curram? tene, tene. quem?
    quis?
    nescio, nil video, caecus eo atque equidem quo eam aut ubi sim aut qui sim
    nequeo cum animo certum investigare. obsecro vos ego, mi auxilio, 715
    oro obtestor, sitis et hominem demonstretis, quis eam abstulerit.
    quid est? quid ridetis? novi omnes, scio fures esse hic complures,
    qui vestitu et creta occultant sese atque sedent quasi sint frugi.
    quid ais tu? tibi credere certum est, nam esse bonum ex voltu cognosco.
    hem, nemo habet horum? occidisti. dic igitur, quis habet? nescis? 720
    heu me miserum, misere perii,
    male perditus, pessime ornatus eo:
    tantum gemiti et mali maestitiaeque
    hic dies mi optulit, famem et pauperiem.
    perditissimus ego sum omnium in terra;
    nam quid mi opust vita, qui tantum auri
    perdidi, quod concustodivi
    sedulo? egomet me defraudavi
    animumque meum geniumque meum; 725
    nunc eo alii laetificantur
    meo malo et damno. pati nequeo.


    EUCLIONE

    Morto, sono morto, e sepolto pure. Dove correre? Dove non correre? Fermalo, fermalo! Ma chi? E chi? Non lo so, non vedo nulla, vado alla cieca, e non so dove vado, dove sono, chi sono, non riesco a stabilirlo. (Verso gli spettatori) Voi, vi supplico! Venite in mio aiuto, vi prego, vi imploro, indicatemi l'uomo che me l'ha rubato. Che vai dicendo, tu? Sì, a te si può prestar fiducia, dalla faccia sembri uno perbene. Ehi, che c'è? Perché ridete? Vi conosco, io, tutti quanti, so bene che ci sono molti ladri qui dentro, che si nascondono sotto la toga imbiancata e stanno lì, seduti come dei galantuomini. Ehi, chi di loro ce l'ha? Mi hai ucciso. Dimmelo, su: chi ce l'ha? Non lo sai? Oh misero, me misero, miseramente morto! Malamente perduto, mi aggiro malconcio. Troppe lacrime mi ha inflitto questo giorno, e dolori e tristezze, e fame e povertà. Perduto, io sono il più perduto che ci sia sulla terra. Ma sì, che mi serve la vita se ho perduto tutto quell'oro? Tutto quell'oro che custodivo con tutto il mio zelo? Io ho defraudato me stesso, l'animo mio, il mio Lare. Altri gioiscono adesso della mia sventura e del mio danno. E non ce la faccio a sopportarlo.
     
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